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Odio le librerie

Odio le librerie – non tutte – ma le odio.
Odio le librerie perché ogni volta che entro, la sensazione che mi pervade è quella di entrare in un supermercato. Non che quest’ultimo sia un posto deprecabile – ci mancherebbe altro – ma siamo tutti d’accordo che una libreria non dovrebbe avere nulla in comune con un supermercato: le leggi che lo governano dovrebbero essere diverse, il personale preferibilmente proveniente da estrazioni culturali opposte, persino le luci e le scaffalature – elementare! – dovrebbero essere diversi. Ed invece ad un certo punto la testa bacata di qualche esperto di marketing si è messa in funzione – scommetto cigolando – partorendo l’aborto. Il semplice suscitare in me la comunanza tra libreria e supermercato dà il modo alla mia incazzatura di compiere il fatale, ultimo balzo nell’ignoto del cieco oblio. Continua a leggere


L’ignavia degli scrittori italiani, il coraggio dei lettori. Un discorso sull’indipendenza

Articolo in cui ho cercato di portare avanti una riflessione sul perché la letteratura nostrana si sia abbassata ad un livello inferiore rispetto al passato. La risposta che mi sono sentito di dare è la seguente: in un’Italia come la nostra dove gli scrittori sono affetti da un’ignavia strisciante, emergono prepotentemente il coraggio dei tanti giovani lettori, affetti da una triade di sorprendenti virtù eroiche moderne.


Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Articolo dedicato a tutti quelli che osservando la top delle vendite editoriali, si sono sentiti dimenare qualcosa di bruciante dentro.
Un discorsetto semiserio a riguardo della top 25 di ibs.it; dando uno sguardo al fenomeno Natale e fine d’anno. Una buona lettura dissacrante insomma.


Perdere la fiducia

Se alla fine della resa dei conti, quando cioè la situazione collasserà e ci si guarderà negli occhi più liberi e fiduciosi, mi scegliessero a caso nella folla per dare un messaggio di speranza al paese, direi pressapoco queste parole.

 

 

Perdere la fiducia nell’Italia e negli Italiani costringe l’uomo ad adagiarsi nella triste insalatiera della sufficienza.
Facile, comodo, semplice sparare il faccia agli altri il riflesso malsano del tradimento Continua a leggere


Coniglio scappa, coniglio vince

Questa è la situazione cui ci hanno voluto far credere che sia la normalità

Questa sotto è l’azione Continua a leggere


Di come Roberto Maroni non si è uniformato a Vieni via con me

Giusto qualche articolo fa parlavo di come nel programma Vieni via con me gli ospiti erano indotti ad interpretare loro stessi, di fatto impedendo ai vari politici – per esempio – di lanciarsi nei soliti sbrodolamenti in linguaggio incomprensibilese.
Con Roberto Maromi questo non è accaduto: oltre a non aver aderito al form della trasmissione – non ha fatto un elenco, parliamoci chiaro –, non si è uniformato al climax del programma, contravvenendo alle regole – indotte in questo senso.
Questo perché. Le spiegazione secondo me deve essere cercata nella polemica che ha portato all’invito in trasmissione.
Attaccare ed indurre la trasmissione ad invitarlo – certamente non capendo Continua a leggere


Vieni via con me? Fenomeno teatrale prima che televisivo.

E’ di assoluta attualità le polemiche attorno al fenomeno del programma di e con Fabio Fazio e Roberto Saviano.
Forse accecati proprio da queste polemiche, nessuno sembra interessarsi ad un aspetto forse più interessante: il clima della trasmissione, il modo con cui è stata pensata e messa in scena non è stato altro che un escamotage per rapire lo spettatore,  oltre che un ritorno al passato – agli albori della tv – quando ancora non era il mostro di adesso.
Per chi non riuscisse a cavare un ragno dal buco di queste mie parole, clicchi su questo link, oppure provi a farsi una domanda: che cosa accomunano i video qui sotto riportati al video di Saviano – anch’esso qui sotto riportato?
Che abbia inizio la ricerca. Continua a leggere