Letteratura 2.0

Letteratura 1.0

Scrittore 1.0 – come lo si è pensato sino ad ora – è figlio del tempo passato: supposto intellettualoide messo su uno scranno, viene privilegiato nell’esprimere la propria idea di fronte ad un pubblico più o meno vasto, il quale è impossibilitato dall’interagire in modo diretto. Scrittore 1.0 è anche una persona che, prima di riuscire a pubblicare la propria opera, ha dovuto inviare lo scritto ad un centinaio di case editrici, nella speranza che una di queste gli rispondesse positivamente. In un certo senso, quindi, lo Scrittore 1.0 è anche fortunato e quindi figlio del caso.
Lo scrittore 2.0 non ha scranni. Pubblica la propria opera su Internet, istantaneamente e senza intermediari, di modo che quanti più lettori possano scaricare e leggere il suo lavoro.
Scrittore 2.0 è anche uno strenuo promotore della propria opera, questo perché nel marasma dell’offerta delle pubblicazioni gratis, a volte è molto difficile emergere; soprattutto all’inizio. Gli scrittori 2.0 che riusciranno ad emergere sugli altri, saranno riusciti a cogliere il gusto del pubblico, oppure avranno pubblicato qualcosa di nuovo, senonché avranno confezionato un prodotto di qualità migliore della concorrenza.
La vera rivoluzione è il ruolo del lettore.
Lettore 2.0 ha responsabilità diretta sul destino dell’opera. Avendo contatto immediato con opera e autore, può consigliare, muovere critiche, suggerire correzioni. Lettore 2.0 è colui che, a seguito della lettura, decide di dare fiducia all’opera stessa attraverso un voto positivo, oppure un commento benevolo. Lettore 2.0 è colui che mette il proprio gusto al servizio dello Scrittore 2.0.
Scrittore 2.0 e Lettore 2.0 quindi devono necessariamente essere pronti al confronto, da persone civili, accettando e comprendendo le ragioni dell’altro. Tra le altre cose, questo è uno dei principi su cui si basa una certa forma di governo di nome Democrazia.
Nel momento in cui uno Scrittore 2.0 sarà riuscito a racimolare la fiducia di un numero consistente di lettori, vorrà dire che l’opera da lui scritta è bene accetta dal pubblico. A questo punto lo scrittore si può permettere di decidere cosa fare.

Letteratura 2.0

Case editrici delle più attente al fenomeno 2.0 potrebbero accettare di salariare lo scrittore – magari sulla prossima opera -; questo perché accettare uno scrittore siffatto, significherebbe attrarre lo stesso pubblico che ha promosso lo scrittore. Incassi assicurati.
Autoproduzione della propria opera. Lo scrittore potrebbe decidere di avviare un servizio di stampa on demand: i lettori che più hanno apprezzato l’opera, potrebbero chiedere una edizione cartacea di pregio, oppure una edizione on line paginata meglio. In tutti e due questi casi, sarebbe lo scrittore a curarsi direttamente degli ordini e quindi a percepire il ricavato.
Altre forme di retribuzione di ambito squisitamente informatico. Posizionamento di banner – le pubblicità sui siti -, accessi internet, collaborazioni e chi più ne ha più ne metta, farebbero in modo di fornire un certo spazio monetario allo scrittore interessato.
Esistono ed esisteranno certamente altre forme di retribuzione, derivate dall’umana intelligenza e dal montare progressivo del fenomeno.
Rispetto alla situazione attuale, i miglioramenti sono innegabili. Velocizzazione della filiera editoriale, eliminazione del tempo tra lettore e scrittore, contatto diretto – e quindi confronto – ma soprattutto l’abbandono di tutta la parte di clientelismi, linee editoriali, compromessi a cui lo scrittore molte volte si deve abbassare. A livello di diffusione e distribuzione, un’opera pubblicata su Internet ha il pregio di avere visibilità a livello mondiale, è comodamente scaricabile e consultabile da ogni terminale del mondo ma soprattutto dà la possibilità ad ogni scrittore in erba di farsi conoscere in poco, pochissimo tempo.
Letteratura 2.0 sarà insomma  il modo in cui finalmente le penne migliori primeggeranno sulle altre. Sarà anche il modo con cui il lettore italiano avrà modo di conoscere nomi nuovi, nuove opere e stili emergenti; ventata di aria fresca da cui per molto – troppo – tempo è stato a digiuno.

Questo articolo è stato totalmente scopiazzato da qui.


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